L'africa è dall'altra parte del mondo, la routine di tutti i giorni, le consuetudini piccole e grandi, i pensieri... spariscono mano a mano che la sabbia entra dappertutto. Si perchè la sabbia è la cartina di tornasole di questi viaggi (e nel bel mezzo di questo pensiero poetico e profondo, Gus si mette ad abbaiare ad un gatto e si ritorna sulla terra ;-) ).
Insomma partiamo un po' alla Brancaleone dal Camping El Kahena verso le 9. Il Pagani ha un po' di guai ripiegando la maggiolina. Non è sua, gliel'hanno prestata e la manovella classica ovviamente non va bene. Alla fine un pool di cervelli, coadiuvato da un picchetto e del nastro americano, viene a capo del problema.
Oggi vasca olimpica. Praticamente Sfax - Douz passando da Redeyef (non Gafsa... la pista di Rommel si prende da Redeyef, non da Gafsa... sbaglio sempre). Sono almeno 7 ore di macchina, che per la cronaca Gus si dormirà quasi d'un fiato. Meno bene andrà alla componente umana della randagiata che se la dovrà guidare o sorbire.
La Dottoressa oggi è in gran forma e quindi, con piglio Dakariano, si mette al volante. Di fatto se la guiderà tutta, non senza un certo spirito masochistico. La strada è assolutamente monotona fino a circa 70km da Gafsa, li ci si avvicina alle montagne e il panorama diventa spettacolare. In Disco (dal vivo apostrofato con dispregiativi qui irripetibili) sembra essre tornato agli antichi splendori e gira una meraviglia.
A Redeyef compriamo qualche baguette e seguiamo la traccia per "la pista di Rommel". La stessa altro non è che una strada militare lastricata di cemento utilizzata durante la seconda guerra mondiale dalle truppe dell'Asse. Sul valore storico della stessa non voglio e non posso indugiare, di sicuro c'è che il colpo d'occhio è unico. Di qui siamo passati nel 2015 con Chicco, lo Sgamba e Bambi. La compagnia ci manca un po'.
Per la cronaca la "pista" è in ottime condizioni e anche il ponticello alla fine della stessa che nel 2015 non era in ottime condizioni adesso è stato completamente rimesso a nuovo. Alla fine della stessa si naviga un po' a vista perchè la traccia si perde nel nulla. Il problema però è sicuramente di noi europei incapaci, la Clio (!!!!!) che è scesa dietro di noi deve aver trovato sicuramente un ottimo proseguo alla pista.
Saltiamo Tozeur per non fare troppo tardi (e meno male) e me la navigo per tracce verso Douz, o meglio verso l'inizio del Chottel Djeridd. Tutto sembra andare per il meglio fino a quando quella che sembrava essere un ottima pista si trasforma in una fangaia allagata. Noi siamo i primi della fila e il Disco sul più bello si spegne quasi alla fine del guado. Un tempestivo inserimento delle ridotte con tempestiva riaccensione priva il Pagani dell'enorme soddisfazione di tirarci fuori. Ma domani il deserto sarà galantuomo...
Foto di rito sul chott di fianco al "magic bus" e via verso Douz, dove arriviamo con le ultime luci del giorno.
Al ristorante del campeggio non ci danno da mangiare, quindi ci sfamiamo con un ottima pasta al sugo e un rinforzino di pollo alla griglia tunisino. All'alba di mezzanotte riesco a buttare giù queste poche righe prima di andare a dormire (il Pagani nella maggiolina alle mie spalle russa già come una tigre del bengala). Questo dovrebbe essere il mio ultimo post per i prossimi giorni. Dovremmo rientrare nella civiltà venerdì.
Buonanotte a tutti dall'africa
Maurizio
P.S. : vedo solo ora che è il cinquecentesimo post!!! Certo che ne ho trovate di bestiate da dire in questi anni!!