domenica 22 gennaio 2017

Marrakech



Partiamo da Essauira la mattina verso mezzogiorno, i ragazzi escono a fare compere, io cerco di scrivere uno dei mille post che ho in arretrato sul blog. Appena il pc ha connettività parte il casino. Praticamente finisco le telefonate di lavoro alle 12.30, chiudo tutto e muoviamo verso Marrakech. Abbiamo prenotato un riad dal nome impronunciabile nella medina. Lungo la strada ci fermiamo a prendere un lampadario per Chicco. Alla fine ne ho presi due.... ma temo che nessuno dei due valga gran che.
Arriviamo con il calar del sole ed inizia il cinema per il posteggio. Veniamo immediatamente accalappiati da uno dei soliti ragazzini scrocconi che per fare niente vuole 5€. Alla fine cambiamo parcheggio e troviamo in un posto un po' più tranquillo. 
Allora Marrakech... a me le grandi città non sono mai piaciute molto, c'è troppo casino e poi emerge la faccia del nord africa che mi piace di meno. E' pieno di scrocconi e di gente che fa di tutto per fregarti o quantomeno per farti pagare qualsiasi cosa il doppio del suo valore. Questa cosa non mi diverte... ci vedo il peggio del Marocco che mi piace tanto. Qui la gente non ha dignità e non è onesta. Almeno, la percentuale di gente disonesta aumenta esponenzialmente. 


Tutto questo però non ci impedisce una più che dignitosa visita culturale di questa meta turistica del Marocco. Visitiamo una medersa e un vecchio palazzo (non chiedetemi i nomi perchè li ho già rimossi) in cui la ricchezza delle lavorazioni è veramente impressionante. I pavimenti sono fatti con marmo di Carrara...


Qualcosa tipo 100 guide si offrono di indicarci la strada sostenendo SEMPRE che quella da noi scelta porta a un vicolo chiuso. Ovviamente ce ne freghiamo e con la sapiente guida della Lau riusciamo a goderci la giornata senza appiccicosi e antipatici consiglieri.


Concludiamo la giornata con una cena in un costoso ristorante marocchino, annaffiando il tutto con il migliore tra i vini locali. E per una volta, che crepi l'avarizia!!

Domani si va a Tangeri, a nord. Dall'italia ci mandano foto di paesaggi innevati... la voglia di tornare è ai minimi storici.

Maurizio

giovedì 19 gennaio 2017

La plage blanche e Sidi Ifni


Ci svegliamo alla mattina con relativa calma, ieri sera abbiamo gozzovigliato e siamo tutti un po' intronati. C'è un po' troppo silenzio oggi... nessuno ha voglia di tornare verso nord, verso casa... verso il lavoro. Ieri sera sono arrivati Fabio e Layla, due amici di Vito che abitano in un isoletta davanti a La Rochelle. Ci scambiamo gli indirizzi e prometto di andarli a trovare, penso vivano in un posto meraviglioso. Fabio mi sa di uno che la vita l'ha vissuta davvero, sicuramente come ha voluto lui e non imprigionato in ideologie o conformismi. Mi dice tante cose, più che altro per cercare di tirarmi su il morale, con quel suo accento Livornese che mi ricorderò per un pezzo. Come dicevo mi dice tante cose... una penso non la scorderò mai: "se devi fare il brodo (mi dice) tu pigli un dado e lo metti nell'acqua. L'acqua però deve essere della quantità giusta, non deve essere ne troppa ne troppo poca, altrimenti il brodo viene o troppo denso e quindi disgustoso, oppure troppo annacquato e quindi insapore. Se c'hai il groppo in gola e non te ne vuoi andare vuol dire che tu in questa esperienza ci hai messo il giusto equilibrio di acqua e dado, vuol dire che ti è riuscita bene ed è così che doveva essere. Ne più corta ne più lunga, devi prenderla così come è". Ho cercato di riportarla al suo meglio... non so se rende ma a me, su quella spiaggia del Marocco bagnata dall'atlantico, è sembrata proprio una bella metafora. Non è che poi fossi più contento di tornare a casa, perchè per dirla tutta mi giravano esattamente come prima, però... la storia del dado e del brodo mi è proprio piaciuta. Proverò a raccontarla anche a Gus, anche se temo apprezzerà poco.


Partiamo molto tardi, sono quasi le 11.30. Salutiamo Vito con la promessa di rivederci in Italia. Questa mattina è riuscito a preparare il the... penso sia il più buono che io abbia mai bevuto.
Torniamo fino a Tantan su asfalto. Facciamo il pieno (per la verità solo Ivan... il serbatoio del Disco è come quello del GS, Sembra non finire mai...) e procediamo su una pista molto scorrevole sino alla foce del Draa. Lo spettacolo è notevole e la Lau si scatena macchina foto in mano.



La pista scorre per oltre 50km lungo la falesia, tra baracche di pescatori. E' la pista più sassosa e sconnessa che io abbia mai percorso, un vero disastro. Addirittura si rompono alcuni vasi di sottaceti che avevo nel baule del Disco.è una vera tortura ma per fortuna, dopo un oretta abbondante e infinita, finisce. Arriviamo al forte della legione da dove si può scendere sulla spiaggia. Ci fermiamo per una mezz'oretta e mangiamo le solite insalatissime. Bambi si concede un'ultima corsa sulle dune dietro alla spiaggia. Lui e la sabbia sembrano essere una cosa sola.
Ivan ha già percorso la spiaggia ma tenendosi il più possibile lontano dal mare. Io, reduce dalle mie esperienze con il GS, propongo di tenerci più vicini al bagnoasciuga... dopo pochi metri Ivan approva in pieno e procediamo a 70km/h sulla sabbia dura come l'asfalto. Io cedo il volante alla Lau che guida sorridente, lo Sgamba fa guidare Bambi.



La foto sopra ritrae Ivan che "rincorre i piccioni in versione 2.0", qui sotto sempre lui che saluta dal Pajero Sport.


Lo Sgamba impegnato a fare il Pirla. Cosa che tra l'altro gli riesce benissimo.


Ed eccoci all'uscita della spiaggia. la percorriamo tutta ed usciamo esattamente dove ero sceso io con il GS. Quanto tempo...


La solita roulotte bianca è al suo posto, così come il mio adesivo di tre anni fa. E' solamente un po' sbiadito... sarà il caso di mettercene un altro. Purtroppo il pescatore di tre anni fa non c'è, peccato... lo avrei salutato volentieri.


Da qui abbiamo un paio d'ore per Sidi Ifni. Sbagliamo due volte pista e arriviamo in città con il buio. Stanchi ma soddisfatti. Il ristorante di 4 anni fa è chiuso e invece di andare a mangiare al ristorante dell'albergo stupidamente optiamo per un ristorante in centro. Pessima idea... mangiamo quello che riusciamo e ce ne andiamo senza lasciare la mancia. Domani Essauira!

Maurizio

mercoledì 18 gennaio 2017

Vito e le pitture rupestri



Oggi giornata tranquilla, di scarico. I km non dovrebbero essere troppi. Partiamo dalla spiaggia di Vito abbastanza presto, ma non troppo. Quantomeno non quanto gli altri giorni :-). Dovremmo avere un centinaio di km su asfalto e poi un altro centinaio scarso di KM di pista. Speriamo che siano scorrevoli...
Prima di partire per la pista Vito ci porta a fare benzina da un benzinaio... "di fiducia". Praticamente i locali contrabbandano benzina dal western sahara (dove è detassata) e la portano a Tantan su dei Toyota V6. Ne approfittiamo per fare il pieno e la Lau ci delizia con qualche foto d'autore. Sto cercando in ogni modo di farle usare la mia Nikon ma Lei non sente ragioni... grrr...




Vito sale a bordo divertito e munito solo di un GPS con una traccia parziale della pista. Ci dice tranquillo e sicuro che il primo pezzo lo ha già fatto, ma che poi ci toccherà affrontare l'ignoto... io mi sento più tranquillo che mai.
Sul Disco siamo in 4: io, Lui, Laura e Ivan. La sua macchina l'abbiamo lasciata alla spiaggia, colma di tutte le cose che abbiamo dovuto smontare e o togliere dalle tende a causa del vento particolarmente intenso. Così intenso da costringere Vito a desistere dai suoi propositi di preparare il the... il Nostro si lamenta anche che "lo abbiamo fatto bere troppo". Io non ricordo di nessuna minaccia verbale o fisica volta ai suoi confronti ;-).
L'asfalto scorre veloce e dopo solo 30km di pista sassosa (a tratti molto sassosa) arriviamo al sito con le pitture rupestri. Poco prima di arrivare il pedale del freno arriva a fondo corsa e la macchina (si... il Disco...) sembra non frenare più. Mi fermo e lo Sgamba individua subito un dado della pinza posteriore sinistra allentato. In 5 minuti di numero serra tutto ed effettua lo spurgo dell'impianto, solita scena con Bambi che corre avanti e indietro come un pazzo portanto attrezzi a caso, ovviamente coperto di improperi irripetibili.
Le pitture rupestri sono molto spettacolari, io non ne avevo mai viste e valeva davvero la pena questa trasfertina. Quello che a me ha fatto davvero impressione è l'età di questi reperti preistorici... pensare che migliaia di anni fa un uomo (o una donna) abbia tracciato questi disegni sulla nuda roccia fa riflettere... le scene di caccia rappresentate non sembrano così lontane del tempo. Fa riflettere e tutti passiamo qualche istante in silenzio.






Sulla via del rientro decidiamo di fare un salto a TanTan per fare un po' di spesa e magari arrivare sul presto alla spiaggia. La giornata si conclude con la solita cena luculliana, da segnalare le zucchine spettacolari della Lau... divorate in 30 secondi netti.

Maurizio

martedì 17 gennaio 2017

il Draa - Parte seconda


La notte sulla falesia scorre tranquilla senza che ne alieni, ne predoni, ne mostri marini o draghi del deserto turbino il sonno della nostro branco di coraggiosi viaggiatori. Ci svegliamo la mattina di buon ora e dopo una sobria colazione a base di caffè e gocciole sbriciolate ripartiamo alla volta di TanTan. Questo sarà il nostro ultimo giorno di deserto, l'ultimo sulle tracce Gandini. Sappiamo che sarà una vasca... speriamo di arrivare a TanTan prima del tramonto, per le 8.30 siamo in moto. Volevo dire in macchina...

Vito mi aveva parlato di questa tratto di pista, seguiamo il letto del Draa e le sue tracce attraversandolo un paio di volte, c'è qualche passaggio realmente fuoristradistico che avrebbe soddisfatto anche Chicco, ma nulla di degno di nota. La pista per lo più scorre veloce, attraversando anche qualche piccolo chott.
Arriviamo verso le 4 del pomeriggio al fatidico canyon, indicato da Vito come il punto più complesso del percorso. In realtà (come da lui anticipato) non c'è nulla di tragico, è solo una gola molto pietrosa da percorrere in discesa con una certa attenzione. Sono dei gradoni con pietre aguzze alla sommità, fosse da fare in salita... ma in discesa non è difficile. Il Disco con l'assetto nuovo va talmente bene che io alla fine (come un pirla) abbasso la guarda e riesco addirittura a tagliare una gomma sulle rocce aguzze.




Usciti da li ne approfittiamo per riempire i serbatoi con le taniche (Ivan) e per sostituire la gomma tagliata (io). Lo Sgamba è onnipresente e con le sue zampette fatate mette tutto in ordine, impartendo ordini a raffica al povero Bambi che corre tra le macchine come un piccolo Taz.





Da bravi ignoranti pensavamo che il peggio fosse ormai alle spalle... ci sbagliavamo! La pista prosegue sempre più nel letto del Draa, a tratti fangoso, a tratti molto fangoso... ma secco! Il risultato assomiglia molto alle strade dell'Albania, o almeno a come me le ricordo io. Io con il Disco sono il primo della fila, dopo una svolta vedo una recinzione chiusa, non faccio nemmeno a tempo a realizzare cosa sta succedendo che mi trovo impantanato. Ho già capito che aria tira, provo a bloccare tutto e a dare gas in seconda ridotta. Niente, lo Sgamba riesce a passarmi sulla destra e agganciandomi al suo gancio traino mi tiro fuori dalla pozza con il verro del Disco.


Subito dopo c'è una curva a destra e una pozza fangosa da attraversare. Di fatto non è che sia un guado, soltanto che il fondo è molto fangoso e non sono ammesse esitazioni. Con lo Sgamba concordiamo un approccio cautelativo e ragionato: centrale bloccato, seconda ridotta, gas a martello. Praticamente seguiamo i preziosi insegnamenti del Pagani, in aderenza con un filo di gass... risultato: fango su marte e lo Sgamba dall'altra parte. Adottiamo tutti la sua tecnica e in poco siamo oltre la pozza. Ivan mi prende talmente alla lettera che se non mi levo mi mette sotto, il maledetto...


Da qui in poi la situazione si fa meno divertente, il sole sta calando rapidamente e noi abbiamo ancora 4 o 5 km di pista da percorrere prima di uscire dal Draa... che sembra non volerci lasciar più andare. Non sarebbe nemmeno particolarmente difficile se la luce non diminuisse di minuto in minuto, se fossero le 10 del mattino sarebbe divertente... ma alle 5 del pomeriggio non lo è più. Con l'aiuto di wikiloc sul telefono di Ivan e delle mie tracce di Vito riusciamo ad avvicinarci molto al ponte sul Draa, le tracce però si perdono nel nulla... decidiamo di percorrere una pista battuta che ci porta fuori dal Draa sulla sinistra. Guadagniamo così finalmente l'asfalto, stanchi ma soddisfatti per il lieto fine di questa avventura, gli ultimi km di pista sono stati i più difficili dell'intero giro!

Sentiamo Vito al volo e ci dice che sta preparando un sugo di frutti di mare che si rivelerà buonissimo! Lo raggiungiamo dopo circa 45minuti su asfalto, lui ha messo il campo in riva al mare in un posto semplicemente bellissimo. Annaffiamo la serata con del buon frascati comprato ad Orbetello e andiamo a dormire con il suono delle onde dell'oceano nelle orecchie.

L'oceano per me segna l'arrivo... la fine della parte realmente impegnativa di questa vacanza. Ci aspettano ancora due giorni di sterro, ma so che ormai il peggio, o il meglio, è ormai alle nostre spalle.

Maurizio


venerdì 13 gennaio 2017

Aggiornamento al volo da tangeri

Non ho mai tempo per scrivere. Un disastro. Il taxi ci aspetta di sotto per andare in città, oggi trasferimento stradale fino a qui. Stasera ultima cena in Africa con Ivan che ci aspetta in centro. Da oggi la frizione del disco da problemi, dovrei comunque riuscire ad arrivare a casa senza troppi problemi.

Spero di aggiornare il blog domani

Buona serata a tutti

Maurizio

mercoledì 11 gennaio 2017

Il Draa


Come si fa a riassumere una settimana così in un post? Difficile... troppo difficile... soprattutto quando il telefono riprende a suonare incessantemente per lavoro. Questa situazione deve finire. Si stava molto meglio nel deserto lontano dalla tecnologia.
 A M'Hamid incontriamo Ivan, un vero randagio, si è già girato mezzo Marocco da solo con un Pajero sport. Macchina non male... La notte scorre tranquilla in un clima quasi mite (6 gradi) ormai Laura si sta abituando... poveraccia. Lasciamo il villaggio e proseguiamo verso l'Erg Chegaga. Sono stato qui la prima volta che sono venuto in Marocco. Sempre bello, ma non mi fa più l'effetto di una volta; le dune della Mauritania hanno settato nuovi standard. Dopo l'erg c'è un tratto molto sabbioso, la Lau prende il volante e con vero piede di fata se le beve d'un soffio. Brava!


La pista prima del Lago Iriki attraversa un tratto meno sabbioso e con qualche duna sparsa, Ivan fa strada accorciando sulle tracce Gandini, si naviga a vista.


Ed eccola qui la nostra che fa la timida... lo Sgamba l'ha soprannominata il nostro "media crew", come sulle barche da regata... la verità è che le foto della Lau sono molto meglio delle mie. Appena riesco provo a condividere un album di foto serie.


Ci fermiamo a mangiare qualcosa nel bel mezzo del nulla, ovviamente lo Sgamba non si lascia scappare l'occasione per qualche traverso... tutto questo mentre la prima preoccupazione di Bambi e curare la pettinatura. (lo ha ammesso Lui!!!)


La pista prosegue a sud di Foum Zuig, è una pista ex Dakar ed è molto ben balisata. Il bello del Marocco è il continuo mutare dei paesaggi. Qui la pista è abbastanza pietrosa ma non presenta difficoltà di sorta. Ci fermano due donne berbere per chiedere dell'acqua, in realtà sperano in qualche Dirham. Troviamo numerosi posti di blocco lungo la strada, per fortuna a M'hamid abbiamo stampato altre fiches.


Sapevamo che non saremmo arrivati a Tissint ed eravamo pronti a un campo nel deserto, il nostro primo campo. Su un altipiano a sud della strada asfaltata individuiamo uno oued con qualche albero... stanotte sarà casa nostra. A fine giornata la stanchezza si fa sentire, i km sono molti e anche se siamo in macchina è importante stare ben concentrati, anche solo per guidare a 30km/h.


Piantiamo finalmente il tepee, ovvero la tenda indiana che vedete in primo piano. Dentro vi trova posto un tavolo per sei persone e relative sedie. Mai pasta fu più apprezzata di quella consumata quella sera. Qui vedete la Lau e lo Sgamba all'opera. Il campo nel deserto è molto emozionante, c'è una stellata strepitosa ma quello che fa più impressione è il silenzio assoluto che vi regna. Non ci sono animali, non c'è traffico, non c'è acqua che scorre... e questa sera non c'è nemmeno vento. Ci fischiano le orecchie... incredibile.


Il giorno successivo ripartiamo alla volta di Assa. Per i primi km percorriamo una bella pista conosciuta da Ivan che scorre in fondo a una valle, poi ci lanciamo su asfalto per cercare di portarci un po' avanti. Lui conosce un bel campeggio a Icht ma è troppo distante da Assa per poterci fermare. Arriviamo in città abbastanza presto e andiamo all'unico albergo della città.... una topaia senza fine. paghiamo 5 euro per fare una doccia ed elegantemente ci leviamo dai piedi. Che già quei 5 euro sono una rapina...
Mangiamo un mezzo pollo in un ristorante in centro (e parlare del centro di Assa è già un eufemismo...) e poi ci muoviamo per fare campo dopo pochi km di pista. E qui inizia l'avventura... purtroppo mi mancano delle foto, le ha fatte Laura, io per la verità ero impegnato con le tracce... ma andiamo con ordine.
Invece di intraprendere la pista a sud del Draa percorriamo la parte a Nord. Pessima idea... non tanto per lo stato della pista, più che altro perchè dopo pochi km dobbiamo attraversare il letto dello oued, di notte... Il problema è solo che essendo buio non si ha visibilità della pista da percorrere e tutto risulta più laborioso. La pista a circa metà fiume ci porta ad una specie di vicolo cieco, una bella rottura. Per fortuna l'esperienza nei boschi lombardi ci consente di continuare a muoverci senza grossi problemi. Tutte le modifiche fatte al Disco poi fanno veramente la differenza!
Usciamo da questo "cul de sac" e qualcuno vede delle luci in lontananza... qui parte la paranoia collettiva "sono dei locali che ci corrono dietro, degli europei che si sono persi, la polizia, la guardia costiera, Batman e Robin, gli Avengers!". La tensione diventa palpabile e noi siamo ancora in mezzo al Draa... io non voglio fare il duro, ma di episodi spiacevoli o pericolosi in Marocco non si ha notizia. La situazione è sempre molto tranquilla e siamo i benvenuti ovunque, perchè qui dovrebbe essere diverso? Le luci vanno e vengono, a volte vediamo degli stop...

Io e lo Sgamba facciamo una bella esplorativa a piedi in perfetto stile enduristico e troviamo la pista per uscire dal letto del Draa, in pochi minuti siamo sulla falesia e piantiamo il campo. Uno sguardo lucido alla cartina ci farà capire che si trattava solamente delle auto che attraversavano il ponte sul Draa più a nord, da qui l'andirivieni di auto.....
La notte passa tranquilla per tutti e l'indomani partiamo per l'ultimo tratto di pista che ci porterà a Tantan, ma questa è un'altra storia... ;-)

Saluti a tutti

Maurizio

P.S. : questo post si intitola semplicemente "Il Draa" perchè per qualche giorno abiamo seguito il corso di questo Oued, forse il più famoso del Marocco.


sabato 7 gennaio 2017

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venerdì 6 gennaio 2017

06/01/2017 - Aggiornamento al volo da Assa

Vi scrivo dalla reception dell'albergo... l'unico disponibile ad Assa. Nel senso che è il solo presente... l'albeero è  talmente pessimo vhe sbbiamo deciso di prendere una camera, fare tutti la doccia e poi andare a piantare il campo nel deserto, come ieri notte.

Siamo reduci da due giorni di piste fantastici, i paesaggi sono spettacolari e siamo tutti galvanizzati dall'esperienza. Si è aggiunto a noi Ivan, solitario su Pajero sport. Un grande,  ma di lui parlerò con piu calma in futuro. Le macchine vanno bene (il Disco pare meglio) e noi ci divertiamo come matti. Per me fare questi due giorni di piste è stato po' una realizzazione di un sogno... togliamo un po'.  Come sempre niente draghi o mostri marini, la disinformazione regna sovrana e forse diffusa ad arte da chi ha interesse a far sembrare queste cose piu difficili di quanto siano.

Stanotte, come dicevo, metteremo il campo vicino al letto del Draa. Domani rotta su TanTan dove incontreremo Vito e faremo campo da lui. Il giorno dopo dovremmo andare a visitare un sito di pitture rupestri, poi si torna inesorabilmente verso nord...

Spero di riuscire ad aggiornare il blog da Sidi Ifni, tra due giorni. Temo sarà impossibile prima.

Maurizio

P.S. : nota per tutti i genitori e parenti dei partecipanti a questo giro: stiamo tutti benissimo e ci stiamo divertendo :-). Da Sidi Ifni dovremmo rientrare nella civiltà... purtroppo...

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giovedì 5 gennaio 2017

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mercoledì 4 gennaio 2017

03/01/2017 - Merzouga



Mi scuso anticipatamente, stasera non sono molto ispirato... Sarà la stanchezza, sarà il freddo, sarà l'influenza che mi sta attaccando Bambi (maledetto!), sarà la doccia gelata...

Oggi comunque gran giornata di sterro, veramente fantastico. Ma andiamo con ordine. Ieri sera nonostante aver avuto sentore del freddo polare che ci attendeva abbiamo deciso comunque di pernottare stoicamente in campeggio. Ok è stata un'idea mia, esperienza fatta, capitolo chiuso.
Ci svegliamo in un clima caraibico, vedi foto sopra con ruota di scorta del Pajero. La Lau è stata bravissima... ma non ripeteremo l'esperienza.


Partiamo in un ritardo clamoroso, smontiamo tutto e ci fanno anche le foto... ma manco l'adesivo del campeggio, e la cosa mi spiace proprio perché secondo me sulla maggiolina ci sarebbe stato proprio bene. Facciamo benzina a un distributore di gasolio libico di contrabbando. Io e la Lau sgonfiamo le gomme a 1.9, sulla pista andranno molto meglio e il Disco (come il suo proprietario) si berrà tutto senza batter ciglio.

Tengo subito a dire che sto registrando le piste percorse e che ritornato a casa sarà mia premura provare a condividerle. Oggi seguiamo una traccia Gandini, seguita a sua volta da Vito. La sua traccia si rivelerà preziosissima per una buona parte del percorso.
All'inizio fatico a trovare la pista, più che altro per i numerosi campi coltivati presenti in zona. Ci mettiamo un attimo a prendere la mano sulla guida su questi sterrati veloci, ma poi riusciamo a muoverci abbastanza agilmente. Dopo i primi sterrati un po' noiosi la pista si avvicina a una falesia che costeggeremo per qualche ora. Spettacolare... veramente spettacolare... La guida non presenta difficoltà particolari, ad un tratto il porcellino... (lo Sgamba sta facendo di tutto per distrarmi. Adesso lo strozzo). Ad un tratto, dicevo, la pista si infila in una specie di piccolo canyon. Non ci sono reali difficoltà, solo rallentamenti. Ad un gradone devo bloccare il centrale e per una salita un po' ripida e scavata metto sia ridotte che blocco posteriore. Sicuramente scrupoli eccessivi, ma ho la macchina iper-carica e non ho nessuna voglia di fare numeri. Lo Sgamba è in giro con il solito "Filo di Gass" a grattare il paracoppa su qualsiasi cosa che sporga dal suolo marocchino. Scuole di pensiero...


Insomma paesaggi bellissimi e percorsi semplici. Troviamo lungo la strada qualche sabbione, ma ormai siamo temprati dalle dune Tunisine e non c'è nulla che una bella manata di gas non possa affrontare. Per la cronaca il Disco anche se stracarico va benissimo, i lavori fatti ne hanno assolutamente migliorato le doti fuoristradistiche e su questi terreni è perfetto.

Arrivati circa a metà pista iniziamo ad avere grosse difficoltà a seguire le tracce, infatti i militari (forse per contrastare non meglio precisate operazioni di contrabbando) stanno creando delle zone cuscinetto verso il confine con l'Algeria. Una noia... ci tocca ripiegare molto più a nord ed accorciare il giro, la cosa non è per forza un male perché ci consente di risparmiare tempo prezioso ed arrivare a Merzouga con ancora la luce del sole.


Intravedere l'Erg Chebbi all'orizzonte è una grande emozione, arrivando a Merzouga riconosco il Kasbah Yasmina dove ho dormito un capodanno di qualche anno fa. Ricordi...

Troviamo posto in uno dei molti alberghi prima del centro, domani sveglia all'alba... si va per M'Hamid e sono 250 km. Dovremmo trovarci al tramonto alla Bussole du Desert con Ivan, un ragazzo conosciuto sul forum di Africaland.

Buonanotte a tutti in Italia e a domani.

Maurizio

P.S. : per questo post ho tritato quasi mezza batteria del portatile. Da domani post con il telefono che riesco a ricaricare in macchina. Le linee sono veramente pessime...

lunedì 2 gennaio 2017

02/01/2017 - Boudnib


Come da programma questa mattina partenza ad orari decenti da Guercif. Oggi attacheremo i primi sterri, seguendo una traccia che è un mix tra quelle di Vito e delle invenzioni mie e dello Sgamba sul traghetto.

L'attacco della pista è previsto a circa 50km a Sud della partenza, ovviamente da un centro abitato. Non troviamo subito la pista, ci buttiamo su una vecchia pista riportata sulla carta comprata su Twonav... mi sa che è ora di cambiare programma di navigazione. Dopo poco, intravewdiamo un furgone che si muove su una strada asfaltata sulla destra, in poco la raggiungiamo e su questa iniziamo a prendere quota. Oggi dovremmo attraversare il plateau de Rekkam su piste, qualcosa a cui ambisco da un bel po di tempo...

La strada prosegue asfaltata per molti km, la nostra traccia a circa 1000mt di quota l'abbandona per proseguire su una pista un po' esposta ma in ottimo stato. Qui proseguiamo per una cinquantina di km abbondanti, molti pastori ci fermano per chiedere sigarette, la sensazione è che non ci sia molta ricchezza da queste parti.

Lo sterrato è comunque molto veloce, l'unico punto di attenzione è la pista che sparisce tra i campi arati. Dopo poco iniziamo a trovare difficoltà a navigare tra i letti dei vari ued che hanno cambiato il paesaggio. Dopo poco capiamo che la nostra pista è in realtà una strada asfaltata (male) che procede verso sud. Tutto sommato non è male, risparmieremo un sacco di tempo, i km da fare purtroppo anche oggi sono molti.


Quasi subito si alza un forte vento da sud-est, non è la tempesta di sabbia presa in tunisia, però è una noia guidare così e il tutto influisce negativamente sui consumi... a farne le spese sarà poi lo Sgamba.

Il Plateu è sempre spettacolare, ricorda un po' anche l'islanda... e io ricordo bene la mia cavalcata solitaria con il mio indimenticabile GS grigio. Mai avrei pensato di tornare qui non più solo...


Poco prima di Bouarfa incontriamo i primi dromedari, esattamente dove li ho ho incontrati anni fa io. La Lau non può esimersi dalla foto di rito. Proprio a Bouarfa ci fermano due volte a dei checkpoint, perdiamo una agile mezz'oretta per niente... ma fa parte del gioco.



Arriviamo a Boudnib con il buio, e dopo poco troviamo il campeggio. L'aria è frizzante ma decidiamo comunque di dormire in tenda. La Lau è una grande, non si perde d'animo oer nulla! Stanotte prima sua notte in maggiolina... se passa queste vacanze mi toccherà sdebitarmi con una settimana alle terme!

Mangiamo tutti insieme una Omelette Berbera buonissima e molto calda... e molto apprezzata.

Domani deserto! Obbiettivo Merzouga!

Maurizio

01/01/2017 - Guercif


Possiamo dire che il 2016 sia finito in bellezza, abbiamo cenato tutti insieme e annaffiato la fine del vecchio anno in modo più che degno. La Lau si è anche esibita sciabolando una magmum di Ferrari con il coltello da cucina... non chiedetemi come ci è arrivata una magnum di Ferrari in Marocco ;-).

Stamattina per il sottoscritto sveglia all'alba, purtroppo il lavoro chiama... ho un ultima call domani e poi sono veramente in vacanza. Tra il lavoro del sottoscritto e le lungaggini del gruppo siamo operativi non prima di mezzogiorno. Decidiamo di fare due passi per Chechaouen (o come diavolo si scrive) e poi ci mettiamo in cammino.
La Lau ha insistito per passeggiare per la "città blu", e ha fatto proprio bene. La cittadina è splendida, lei fa un sacco di foto e qualcuna la facciamo anche noi. Finalmente mi compro una teiera (100 dirham...) con autentico the marocchino (cinese). Domani faccio qualche prova e vediamo come viene...

Lo Sgamba si è scaricato delle mappe sul cell e prende la testa del gruppo, complice anche la stanchezza del Vostro che cede i comandi alla sua gentile compagna. Il viaggio è lungo e procede tra dolci colline di un verde smeraldo che a me ricordano la Toscana in maggio. Bellissimo. Alla fine è questa la vera forza del Marocco, la varietà...

Arriviamo verso il tramonto dalle parti di Fez, da li in poi è tutta autostrada fino a Guercif... a 100 km dall'arrivo decidiamo di mescolare un po' gli equipaggi, giusto per tenerci svegli. Arrivati in loco troviamo un albergo quasi subito. C'è addirittura il riscaldamento in camera! (almeno nella mia e quella di Laura...) e la doccia è calda. Ceniamo a base di spiedini nel ristorante dell'albergo, la connettività a internet è pessima... sto scrivendo offline, spero di riuscire a postare tutto domani mattina.



Prossima tappa Boudnib, volo a letto perchè la sveglia è alle 8!

Maurizio